Il ritratto di

Mohamed Zindar
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Non sono le distanze ad allontanare, i battiti del cuore possono attraverso il mare e risuonare ogni giorno al di qua e al di là del Mediterraneo, basta saperli ascoltare

Casa è dove c’è il cuore, su qualunque sponda del Mediterraneo si trovi. Il cuore di Mohamed batte in Italia dove c’è la sua famiglia, sua moglie e i suoi figli, gli amici e il lavoro che ha iniziato con serietà e passione vent’anni fa. E batte in Marocco dove sono le sue origini, i suoi genitori e i suoi ricordi di bambino, gli anni delle giornate al mare, arrivando il bus sino alla spiaggia, e delle risate e dei brividi al parco dei divertimenti.

Nel suo nome la storia della sua terra e dei suoi avi, che il suo babbo sintetizzò alla perfezione in una frase che gli disse da bambino: “Guardo mio figlio e vedo mio padre”. Schietto e disponibile nella vita privata e nel lavoro, conosce l’arte preziosa di ascoltare, senza giudizio e senza per forza dare consigli. Ai suoi figli insegna a credere nei propri sogni, a seguire le proprie inclinazioni, anche se questo può significare lasciare la propria casa e andare in giro per il mondo, “che viaggiare non è solamente partire e tornare ma è imparare le lingue degli altri, imparare ad amare” [cit. Fiorella Mannoia, Cuore di Cane, di Francesco De Gregori]

Una parola da dedicare al lavoro:

Datti da fare