Il ritratto di

Massimo Bacchetta
Massimo_Bacchetta_Officina

Nei gesti sinceri e nel fare con le mani ha scoperto la pace delle cose non dette; nel piacere di aggiustare, unire, ricucire, ha imparato a dare un nuovo senso alle cose

La poetessa canadese Eve Belisle scrive “le mani sono dei simboli e talvolta delle rivelazioni”, perché nel fare spesso troviamo quello che non ci consegnano le parole. A Massimo piace saldare, unire ciò che è diviso, aggiustare, ricucire, dando nuovo senso alle cose. E gli piace dipingere, non con una tecnica particolare, ma usando come gli va olio, gesso, carboncino e acquarello, dando uno sguardo suo a ciò che lo circonda, anche alla solitudine, sua amica e nemica. Crede nella sincerità delle parole e dei gesti; nell’onestà e nella gratitudine per quello che c’è, un giorno dopo l’altro. Non parla molto, ma ha negli occhi quella malinconia densa di chi ha guardato oltre il confine e ha scoperto che non sempre stare sdraiati a guardare le stelle è poesia.

Una parola da dedicare al lavoro:

Grazie!