Il ritratto di

Daniel Mollica
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Fra le canzoni del Liga e i palloni d'oro di Messi, ha scoperto in sé la capacità di cambiare, un animo generoso e la voglia di scoprire nuove passioni ogni giorno

Una preghiera dei Red Wood Indians dedicata alla sequoia dice: Questa roccia non è venuta qui da sola, questo albero non sta qui da solo, c’è qualcosa che ha fatto tutto questo, che ci mostra ogni cosa. C’è una predestinazione in tutto ciò che accade: quella che un giorno appare una sfortuna, può diventare la nostra occasione di diventare chi siamo. Daniel da bambino voleva diventare calciatore; erano gli anni in cui Messi, il suo campione preferito, sfidava il suo “deficit di crescita”, per diventare una leggenda del football, ma la vita non sempre va come desideriamo. E così Daniel ha scoperto l’amore per la natura; il piacere di fare sport come puro divertimento; la pazienza e la disponibilità verso le persone, specie quelle più fragili; l’orgoglio e l’appagamento di fare volontariato e di essere impegnato per il bene comune nei Vigili del Fuoco e nel Corpo Antincendi Boschivi. Certo che i risultati arrivano non solo “dalle punte” ma da tutti coloro che sanno “coprire certe zone, giocare generosi. Lì sempre lì, lì nel mezzo, finché ce n’hai stai lì”.

Una parola da dedicare al lavoro:

Metterci passione