Il ritratto di

Cristiano Antongioli
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Indossare la libertà con le scarpe da running, sempre alla ricerca di distanze e nuove sfide, mentre la vita si srotola come la strada, nei preziosi momenti di famiglia

La poetessa canadese Eve Belisle scrive “le mani sono dei simboli e talvolta delle rivelazioni”, perché nel fare spesso troviamo quello che non ci consegnano le parole. A Massimo piace saldare, unire ciò che è diviso, Del bambino che trascorreva le vacanze a Porto San Giorgio, percorrendo lesto le stradine che dalla spiaggia sabbiosa salivano verso la collina della Rocca, ha certamente conservato l’energia, che mette ogni giorno nella sua professione, e la spontaneità, che gli impedisce di portare rancore e gli consente di fidarsi degli altri. Le sue scarpe da running sono la libertà e la determinazione; con piacevole costanza le infila, spesso a conclusione di una giornata di lavoro, e via di corsa, a cercare nuove distanze e nuove sfide.  Gli piacciono, e gli riescono, le lunghe distanze e, tra i sogni nel cassetto, c’è una maratona da completare con il tempo giusto, da lui preventivato. Niente trucchi, niente compromessi; la vita si costruisce passo a passo, cogliendone l’essenza e assaporando i piccoli grandi momenti di gioia. I baci e le coccole dei figli; le vittorie dell’Ascoli,  sua squadra del cuore; il tempo trascorso a cucinare in compagnia della moglie; le cene con gli amici veri;  i momenti silenziosi passati a stirare sono piccoli grandi attimi di serenità che ripagano di ogni fatica. E se un giorno, come scrive il suo cantante preferito, ballasse sul mondo, lo farebbe sicuramente correndo verso il tramonto, davanti al caro mare dell’infanzia.

Una parola da dedicare al lavoro:

Sentirsi una grande famiglia